martedì 29 aprile 2008

Alla razza padana preferisco quella italiana

Si è aperta la nuova Legislatura. E innanzitutto auguri di buon lavoro al neo Presidente del Senato, Renato Schifani.
Ed ora veniamo alle dolenti note.
Leggo dalle agenzie di stampa che i «fucili» di Umberto Bossi «sono sempre caldi», «che il Cavaliere ha sposato la Lega e dovrà eseguire gli ordine» e, soprattutto, che il senatore Roberto Castelli, in predicato di un incarico di governo ai Lavori pubblici, è pronto ad investimenti per le infrastrutture solo al Nord, sottolineando che si disinteresserà completamente del Mezzogiorno. Complimenti: è un bel modo per come la Lega condizionerà pesantemente il governo Berlusconi e di come intende far crescere l’Italia.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non c’è da stare tranquilli. Bisogna reagire. Certamente non utilizzeremo fucili, ma la voce della gente del Sud, che non potrà assistere in silenzio, e a lungo, a questa filosofia razzista e classista.
Ai miei conterranei chiedo uno scatto d’orgoglio. Chiedo di riunire le forze, di non dividerci, perché l’Italia cresca in una sorta di reciproca mutualità, con un Nord che stringe la mano al Sud e un Meridione che riscatta la propria immagine.
Per questi valori e questi ideali, non è necessario essere in Parlamento, è necessario tornare a lavorare in maniera capillare sul territorio, ascoltando le necessità della gente e facendosene interprete.
Non mi va e nemmeno ci va, come gente del Sud, sentirci un peso per la collettività quando, in realtà, siamo ben consci di essere una risorsa per l’intera nazione.

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