lunedì 1 ottobre 2007

Tutto tranne che l'italiano

Dice il giornalista Andrea Bonanni su Repubblica che è sbagliato l'aver chiesto, come ho fatto io, che i ministri italiani chiamati all'estero per una riunione importante siano messi in condizione di parlare in italiano e di ottenere una simultanea italiana degli interventi e delle conversazioni. Ma che figura! Ma che vergogna! Gente che non parla le lingue non dovrebbe rappresentarci fuori dall'Italia! E allora replico: capisco e parlo il francese. Ma non è questo il punto. Io ho fatto solo rispettare una direttiva del nostro consiglio dei ministri del 2006 in cui abbiamo chiesto che vengano "evitate gerarchie linguistiche", e di conseguenza culturali. Ho in pratica difeso l'Italia e la decisione, che abbiamo assunto insieme alla Spagna, di portare avanti un'azione di contrasto contro la prassi in vigore all'estero. Ho solo chiesto il rispetto della nostra lingua e della nostra cultura. Ma, evidentemente, fatto da me non va bene neanche questo. I tedeschi - dice Bonanni - sono riusciti a imporre la loro lingua. Gli italiani e gli spagnoli - rispondo - ci stanno provando.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il rapporto del Ministro Mastella con la lingua italiana e' assai piu' liberale delle sue idee. Si e' perfino permesso di fare dell'ironia con chi gli correggeva il suo goffo "Come se io sia il male d'Italia", dicendo che "per come era costruita la frase" "come se io sia" e "come se io fossi" andavano entrambi bene (!). Adesso ci dice che intendeva dire che, nel contesto colloquiale del Suo blog, andavano entrambi bene ("per come era costruita la frase" significherebbe questo?).

Ho fatto notare al Ministro (ma lui si e' guardato bene dal pubblicarlo sul Suo blog) che "qual e'" NON si scrive con l'apostrofo, come invece fa il nostro Ministro di Grazia e Giustizia.

Poveri noi :-(

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